Bruco Verdicchio arrancava sulla salita
dell'orto, era una giornata caldissima, il sole splendeva rosso e rovente nel
cielo sereno.
"Che faticaccia!", si
lamentava Bruco Verdicchio tutto sudato e ansante. Don! Don! Dodici rintocchi
di campana risuonarono nella valle . "Mamma mia, è già mezzogiorno!",
esclamò Bruco Verdicchio sempre più affannato , "sono in ritardo e ho
anche una gran fame. Coraggio, è l'ultimo sforzo, sono quasi arrivato!"
Una formichina passava di lì e lo sentì:
"Hai fame Bruco Verdicchio?",
gli chiese con grande gentilezza. "Se vuoi riposarti un po' e mangiare un
boccone posso invitarti a casa mia, nella dispensa per l'inverno ho tante
briciole di pane, posso dartene qualcuna!"
Bruco Verdicchio si voltò a guardare la
formichina :
"Scusami ma non posso fermarmi
neanche un momento, sono già in ritardo, Brucone mi aspetta dentro il quarto
cavolo della seconda fila, devo dargli il cambio, il mio turno è dalle dodici
alle quindici e...come hai sentito è già suonato mezzogiorno", rispose con
un filo di voce . Poi brontolando fra sé e sé aggiunse: "e poi le briciole
di pane non mi piacciono neanche!"
Ricominciò ad arrancare. Si fermò un
attimo e alzò la testa: una farfalla bianca stava volando sopra di lui.
"Com'è bella!", pensò, "come vorrei essere lei, così leggera e
graziosa!"
Mancava qualche centimetro ormai al
quarto cavolo, Brucone era già fuori che l'aspettava con la faccia scura:
"Dai, sbrigati!", lo apostrofò vedendolo arrivare.
"Scusami Brucone, ho fatto
tardi...ma oggi fa un gran caldo!"
"Tutti i giorni c'è una scusa
pronta", brontolò Brucone, "vieni su che sono stanco di scavare, ora
tocca a te!" Scese dal cavolo e si avviò lentamente verso casa mentre
Verdicchio altrettanto lentamente s'infilava nel solco scavato dal suo amico
per continuare il lavoro.
"Ciomp...ciomp...". Bruco
Verdicchio mangiava a bocca piena e intanto la galleria si faceva sempre più
profonda. "Ciomp...ciomp..e il suo pancino si riempiva di buone e tenere
foglie di cavolo. Ciomp...ciomp...ormai era tanto tempo che masticava e per la
verità aveva le mascelle stanche.
"Sarà bene che mi faccia un
riposino, poi continuerò". Ma giù, nel cuore del cavolo c'era tanto buio,
decise di risalire alla luce del sole per prendere una boccata d'aria. Si stese
sul cavolo e chiuse gli occhi. Due farfalle si posarono vicino a lui:
"Riposiamoci un attimo, abbiamo
volato tutta la mattina!", disse la prima.
"Hai ragione, fermiamoci qui che
c'è un bel cavolo per appoggiarci", rispose l'altra.
"Uh!! Stai attenta, guarda cosa c'è
vicino a te...un bruco!"
"Mamma mia che paura! Mi fa un
certo effetto vedere un animale così brutto!", disse una di loro agitando
le antenne.
"Andiamocene su quella bella rosa
così non rischieremo di fare incontri
spiacevoli. Vieni Fiorella, voliamo via!"
"Presto Lillina prima che si
svegli..."
Le due farfalline leggere come l'aria si
alzarono per andare a posarsi su un roseto in fiore.
Bruco Verdicchio, che aveva sentito
tutto, aprì un occhio, poi l'altro, appena in tempo per vedere Fiorella e
Lillina che se n'andavano. Ci rimase molto male, si guardò le gambine corte, la
panciotta grassa, il lungo corpo un po' goffo. Certo, che a paragone delle
farfalline era bruttino, ma quelle due forse avevano esagerato, volare via
così, addirittura spaventate dalla sua presenza!...Bruco Verdicchio se ne tornò
sconsolato nella galleria del cavolo e per dimenticare ricominciò a mangiare a
più non posso. A malapena riuscì a risalire tanto era pieno. Ritornò a casa, ma
quella notte dormì male: sognò di diventare bellissimo, di incontrare Fiorella
e Lillina e farsi ammirare da loro; purtroppo fu solo un sogno e il mattino
dopo si ritrovò un piccolo bruco verde tale e quale come prima. Andò al lavoro
di malavoglia, rifece faticosamente la strada per arrivare al quarto cavolo
della seconda fila dove Brucone lo aspettava come al solito di malumore.
"Sei sempre in ritardo!", gli
gridò Brucone.
"Verdicchio sconsolato e stanco lo
guardò fisso e gli chiese:
"Senti, Brucone, sono proprio tanto
brutto?"
"Stai dicendo delle grandi
stupidaggini, sei un bellissimo giovane bruco", rispose Brucone con voce
burbera.
"Dici sul serio?", chiese
Verdicchio un po' incredulo.
"Ma certo, e ti dirò di più,
continua a mangiare le foglie di questo bel cavolo e vedrai che migliorerai a
vista d'occhio", affermò Brucone con aria sicura.
"Le farfalline dicono che faccio
"un certo effetto", e questo non mi va, tu che ne dici?"
Brucone con molta pazienza , come si
conviene a un vecchio e saggio bruco, lo guardò con un sorrisino e rispose:
"Non dare retta a quelle sciocchine, sono vanitose e leggere. Ricordati le
mie parole: un giorno non ti dovrai vergognare del tuo aspetto di fronte a
loro...aspetta e vedrai...", e dopo aver pronunciato questa profezia
Brucone se ne andò senza voltarsi indietro. Verdicchio sempre più sorpreso
rimase in bilico sull'orlo della galleria e nel voltarsi per vedere l'amico che
se ne andava perse l'equilibrio e scivolò dentro. Riavutosi dalla botta,
Verdicchio cominciò a pensare alle parole di Brucone: "Cosa avrà voluto
dire?...mah! sono troppo piccolo per capire certe cose...mi conviene mangiare
come ha detto lui, diventerò grande e capirò tutto!"...
Da quel giorno ne passarono tanti altri
e tutti uguali, Verdicchio si presentava all'appuntamento con Brucone sempre un
po' in ritardo ma tutti i giorni. Mangiava...mangiava e aspettava il miracolo
che gli aveva promesso il vecchio bruco.
Un bel giorno... Bruco Verdicchio era
più stanco del solito, uscì dalla galleria del quarto cavolo della seconda fila
e questa volta si addormentò di un sonno profondo, così profondo che non si
accorse nemmeno di essere imprigionato in un soffice bozzolo. Dentro quella
morbida ovatta Verdichio russava come un ghiro e...sognava di essere diventato
una farfalla: leggera, meravigliosa, con le ali bianche come i petali di una
margherita. Stava volando nell'aria pulita e fresca della campagna, sotto di sé
c'era un campo di grano punteggiato da rossi papaveri, poi più in là vedeva
l'orto....ma quello era il suo cavolo!...e lui non stava sognando! Il miracolo
che il vecchio bruco gli aveva promesso si era realizzato: il goffo e
impacciato Bruco Verdicchio era ora una bellissima farfalla. Al colmo della
felicità prese a volare di qua e di là come impazzita. Mentre se ne andava
superba e altera di fiore in fiore sentì delle voci provenire da un tulipano:
"Guarda Fiorella com'è elegante
quella farfalla bianca! E che ali grandi e maestose..."
"E' veramente stupenda, Lillina,
come vorrei essere così!"
Verdicchio, che ora si chiamava Verdina,
fu talmente felice di sentire quelle parole che andò a sbattere contro una
foglia.
"Oh, poverina, si è fatta male,
andiamo a vedere". Le due farfalline si precipitarono verso di lei felici
di aiutare la nuova arrivata. Verdina le vide arrivare e pensò " Il mio
sogno si è realizzato, sono bella come loro...anzi di più".
Le due farfalline premurose si diedero
da fare per rialzarla e così ebbe inizio la loro amicizia: Fiorella e Lillina
erano orgogliose di farsi vedere con lei , se ne volavano instancabili
chiacchierando del più e del meno. Un giorno incontrarono un bruco verde su un
cavolo e Fiorella fece un gesto di ribrezzo, anche Lillina tentò di
scappare...ma Verdina disse forte per farsi sentire:
"Guardate che carino! Forza
bruchetto, mangia e resisti, vedrai che ci sarà una bella sorpresa per
te!"
Le due farfalline la guardarono stupite,
ma non fuggirono, anzi restarono a guardare con simpatia il bruchino che si riposava
sul cavolo.
Il bruchino alzò la testa meravigliato e
ritornò nella galleria mentre le tre farfalle, come petali di fiori portati dal
vento, si allontanavano insieme.
FINE